Camminava per la strada, con la testa tra le nuvole, e tra le mani una stecca di zucchero filato più grande di lei. Sembrava una bambina, con la differenza che negli occhi aveva l'aria seria di un'adulta.
Qualcuno le venne addosso, camminando, e vide a rallentatore la stecca che cadeva a terra. Il suo zucchero! Se avesse potuto si sarebbe messa a piangere. Ma...ma...na guarda dove metti i piedi!
Prima di guardare chi fosse le dissi, Ragazzina guarda dove metti i piedi te! Poi la guardai in faccia e rimasi incantato. Non mi era mai successo di vedere una donna così bella.
...l'aveva chiamata ragazzina! Alzò il volto, pronta a fare una sfuriata delle sue ma...le mancarono le parole. Però! Se i cafoni erano così forse era anche disposta a farsi maltrattare. Ragazzina a chi? Sibilò, contrariata.